Cadet Cally e il Mistero dei Guardiani è un’emozionante avventura che trasporta tre giovani amici, Cadet, Elena e Matteo, in un intricato mistero che affonda le sue radici nella storia di Bologna.
Tutto ha inizio durante una visita scolastica alla Torre degli Asinelli, dove scoprono un simbolo nascosto che li conduce sulle tracce dei Guardiani della Sapienza, una società misteriosa dedicata alla protezione di un antico segreto.
Primo capitolo
Il freddo pungente sferzava la Torre degli Asinelli mentre la professoressa Deductive guidava la classe verso la cima. Il suo entusiasmo era contagioso: «Forza cadetti, ancora qualche scalino. Pensate, queste mura hanno secoli di storia. Respirate il passato!» disse inspirando profondamente.
Da quando aveva convinto la direttrice dell’Accademia per Giovani Detective, non aveva perso un minuto per ricordare la gita alla Torre degli Asinelli ai giovani cadetti della sua classe. Per tutto il tempo che precedette la visita, non seppe trattenere l’emozione nonostante gli sguardi straniti degli studenti. Molti di loro si sentirono sollevati mentre salivano le scale in pietra. Terminata la gita, non avrebbero più sentito parlare della Torre.
Tra di loro c’era una ragazza avvolta in un trench giallo, dagli occhi svegli e dall’espressione di chi la sa lunga. La mamma la chiamava Cally, ma tutti l’avevano ribattezzata Cadet Cally perché era la prima della classe, la migliore tra i cadetti e le cadette, anche se a lei non piaceva sottolinearlo.
Le rampe erano interminabili. Si fermò un momento per riprendere fiato. Sentiva il cuore battere forte, ma non solo per la fatica. C’era qualcosa nell’aria che le faceva pensare che quella non sarebbe stata una giornata normale. Elena, la sua migliore amica, la richiamò con un sorriso dipinto sotto una chioma bionda raccolta in una coda: «Non rallentare! Non vorrai perderti il panorama, vero?»
Finalmente in cima, i cadetti si fermarono per ammirare la città distesa sotto di loro, con i suoi tetti rossi tra le torri che spiccavano come antiche sentinelle.
«Fu eretta probabilmente a scopo difensivo, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Dovete sapere che tra i tanti usi, l’Asinelli fu anche un carcere e patibolo degli uomini di chiesa condannati. Ma questa non è la sola storia riguardo a questa struttura. C’è anche una leggenda legata alla torre.» La professoressa proseguì rapita dal racconto «Si narra che fu costruita per iniziativa di un giovane che di mestiere trasportava sabbia e ghiaia con i suoi asinelli, da qui il nome della torre. In uno dei suoi frequenti viaggi, vide una bellissima ragazza e se ne innamorò. Dichiarato il suo amore e chiesta in sposa al padre, di famiglia ricca e nobile, questi lo schernì dicendogli che l’avrebbe sposata quando avesse portato in dote la torre più alta della città. Il giovane non si scoraggiò e un giorno trovò un forziere colmo d’oro mentre raccoglieva ghiaia lungo il fiume e grazie a questo, in soli nove anni, fece costruire la torre, riuscendo così a sposare la sua bella.»
Mentre la professoressa continuava a illustrare la torre, Matteo, un ragazzo occhialuto ma dallo sguardo sveglio, si chinò vicino al bordo.
«Ragazze, venite a vedere!» sussurrò eccitato.
Cadet ed Elena lo raggiunsero. Una pietra scura, consumata dal tempo, sporgeva leggermente dal pavimento.
«C’è qualcosa qui!» disse la giovane detective scrutando il singolare mattone con i suoi verdi occhi vivaci. Era un’incisione molto articolata e molto piccola, quanto una noce. Cadet estrasse il suo smartphone e scattò una foto. Ingrandendo l’immagine, notarono un simbolo intricato, simile a una croce o un fiore, con linee sinuose che sembravano vibrare di energia antica.
«Che cosa può significare?» mormorò Elena, raccogliendo le maniche della felpa bianca e blu. Cadet si sentì attratta da quell’incisione come se il simbolo stesse parlando direttamente a lei. «
Deve esserci un motivo per cui è qui» disse determinata. Ma prima che potessero esaminare meglio, la professoressa li richiamò.
Scendendo lungo i gradini della torre, la giovane detective non riusciva a togliersi il simbolo dalla testa. Tornata a casa, annotò tutto nel suo diario, il luogo dove conservava i suoi misteri. Un simbolo nascosto nella Torre degli Asinelli… Potrebbe essere la chiave di un segreto dimenticato? scrisse, con il cuore che le batteva forte. Decisa a saperne di più, trascorse ore online cercando informazioni, ma senza risultati. Si addormentò tardi, con il simbolo che continuava a danzare nei suoi pensieri.
La mattina seguente, un messaggio inaspettato di Matteo illuminò lo schermo del suo telefono: Incontriamoci dopo scuola. Ho scoperto qualcosa. Cadet sobbalzò. La sua intuizione non l’aveva tradita: il mistero era appena cominciato.